lunedì 17 maggio 2010

GIACOMO ACERBO (1888-1969)

I Personaggi del Fascismo



GIACOMO ACERBO (1888-1969)

"Il Combattente, il Tecnico, il fine politico"


Giacomo Acerbo nasce a Loreto Aprutino, nel pescarese, il 25 luglio 1888, da antica e Nobile famiglia locale. Laureatosi in Scienze Agrarie a Pisa nel 1912, si affilia alla massoneria Interventista; si arruola volontario nella Grande Guerra.Decorato con tre Medaglie d’argento al valor militare e congedato col grado di Capitano, si avvia alla carriera universitaria come assistente di discipline economiche. Contemporaneamente promuove l'Associazione dei Combattenti di Teramo e Chieti che, dopo le elezioni del 1919, si stacca dalla Associazione nazionale e costituisce il Fascio di combattimento provinciale.

Eletto nel 1921 con il Blocco nazionale, si pone come moderatore degli eccessi squadristici locali. A livello nazionale contribuisce al patto di pacificazione con i socialisti e a novembre viene eletto nel comitato centrale del PNF. Durante la Marcia su Roma tiene i contatti con il Quirinale e con Montecitorio, controllando lo svolgersi inquadrato della Rivoluzione. Accompagna poi Mussolini a ricevere dal Re l'incarico ministeriale e lo assiste nella formazione del Governo, assumendo l'incarico di Sottosegretario alla Presidenza.

Lega il suo nome alla riforma elettorale maggioritaria, appunto la legge Acerbo, votata nel novembre 1923. Nuovamente deputato nel 1924 e insignito del titolo di Barone dell’Aterno, è coinvolto marginalmente nelle inchieste sul delitto Matteotti e lascia il Sottosegretariato alla Presidenza del Governo (1924).

Nel 1924 istituisce la Coppa Acerbo in memoria del fratello Tito Acerbo, Medaglia d’oro al valor militare. Nel gennaio 1926 viene eletto Vicepresidente della Camera, carica che detiene sino al 1929, quando diventa Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste e si dedica ai progetti di bonifica integrale. Contribuisce con Gabriele d'Annunzio all’istituzione della Provincia di Pescara nel gennaio 1927. Nel 1934 è Preside della Facoltà di economia e commercio di Roma. Dal 1935 al 1943 è Presidente dell'Istituto internazionale di agricoltura. Membro del Gran Consiglio del Fascismo, nel 1938 è relatore sul disegno di legge per la trasformazione della Camera dei Deputati in Camera dei Fasci e delle Corporazioni.

Durante la seconda guerra mondiale è Colonnello di Stato Maggiore sui fronti alpino e balcanico. Nel febbraio 1943 è nominato Ministro delle Finanze e del Tesoro.Il 25 luglio vota a favore dell'ordine del giorno Grandi e dopo l'8 settembre ripara in Abruzzo, dove si nasconde, colpito dalla condanna a morte emessa dal Tribunale di Verona della RSI. Catturato dai partigiani, è condannato anche qui alla pena di morte, poi commutata in 48 anni di reclusione. Annullata la sentenza dalla Cassazione, viene riabilitato e nel 1951 è riammesso all'insegnamento universitario.

Successivamente nominato all’unanimità dal Senato Accademico dell'Università La Sapienza di Roma Professore Emerito, nel 1962 viene insignito dal Presidente della Repubblica Antonio Segni della Medaglia d’oro per i benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Nel 1953 e nel 1958 si candida alle elezioni con i Monarchici del PDIUM, ma senza successo.

Appassionato collezionista di antiche ceramiche di Castelli, nel 1957 apre ai visitatori di tutto il mondo le porte della Galleria delle antiche ceramiche abruzzesi. Morì a Roma il 9 gennaio 1969.

(1888-1969)

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