Hitler convinse la sua sorellastra, Angela Raubal, ad accettare il ruolo di governante della villetta. Angela portò con sé le sue due figlie, Angelika e Friedl.Angelika Raubal, detta Geli, era una ragazza ventenne carina e avvenente.
Hitler s’ innamorò subito di lei e fu per il futuro Führer un amore autentico. I due per qualche tempo furono inseparabili; Geli è stata la vera donna di Hitler, l' unica che abbia mai portato con sé sia nelle gite che nelle riunioni di partito.



Per quanto riguarda Geli, dei suoi sentimenti non c’ è dato sapere tutto. Di sicuro era lusingata dalle attenzioni che un uomo sempre più potente e indubbiamente affascinante come suo zio Adolf le rivolgeva. Contemporaneamente, però, si sentiva oppressa da Hitler e, non di meno, si dice, era disgustata dalle inclinazioni sessuali masochistiche del suo amante (inclinazioni non inusuali per un uomo dalla personalità forte e tirannica come Hitler). Questi sentimenti finirono per corrodere in lei l' amore per lo zio. Geli si sentiva schiavizzata: lei, così giovane, rinchiusa in casa e privata delle sue ambizioni perché il suo sempre più importante amante, che pure rivolgeva attenzioni anche ad altre donne, non voleva dividerla con nessuno e sospettava, non a torto, che la nipote avesse un amante (Geli ebbe una relazione con Emil Maurice, autista e domestico di Hitler).
Per diverso tempo circolarono delle dicerie su un possibile coinvolgimento di Hitler nella morte di Geli, ma questo è uno dei pochi crimini che vengono attribuiti al Führer a torto.Una volta al potere il Führer ricordò sempre con commozione la morte di Geli; commissionò dei dipinti della nipote ad Adolf Ziegler, il suo pittore prediletto, e li lasciò nella loro casa di Monaco; fino alla morte si recò personalmente a porre dei fiori sotto a essi nel giorno della nascita e in quello della morte di Geli, ogni anno.
Anche la stanza di Geli al Berghof non fu mai intaccata, neanche nei massicci lavori di restauro della tenuta. Su tutta la sua figura nel Terzo Reich aleggiò sempre un alone di sacralità e mistero voluto da Hitler in nome del suo amore spezzato.
LA DONNA CHE AMAVA HITLER - Extra: Giuseppe Genna


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