martedì 5 maggio 2009

LETTERA AL GAZZETTINO DI UN " COMBATTENTE DELL'ONORE "

Ex ragazzo di Salò
ho combattuto
per amor di Patria

Sono un ex "ragazzo di Salò"; volontario nella Repubblica Sociale Italia. Nel 1943 avevo diciotto anni. Cresciuto durante il Regime fui educato fin da bambino all’Amor di Patria: qualcosa che i giovani d’oggi ignorano completamente. Ricordo quando in piazza San Marco venivano issate le bandiere tricolori sui pennoni antistanti alla Basilica: ci si irrigidiva sull’attenti col braccio alzato pervasi da un senso di emozione, di orgoglio, di Italianità. Quando alle manifestazioni veniva suonata la Marcia Reale e l’inno di "Giovinezza" sentivamo qualcosa di indefinibile che ci esaltava ci faceva sentire orgogliosi di essere italiani. È con questo spirito che dopo "l’otto Settembre" noi giovani ci sentimmo ribollire il sangue per il tradimento che aveva subito la nostra amata Patria. Volevamo combattere contro il nemico anglo-americano che con bombardamenti indiscriminati aveva distrutto le nostre città uccidendo decine di migliaia di nostri fratelli inermi. Studente del penultimo anno dell’Istituto Nautico non esitai a sospendere gli studi per arruolarmi volontario nella "X Flottiglia Mas". Purtroppo non potei soddisfare il mio desiderio di far parte dei mezzi d’assalto della Marina per contigenti esigenze belliche.

Comunque trasferito al battaglione "San Marco" accettai con entusiasmo questo cambiamento di reparto. Fui inviato in Germania per un addestramento che durò due mesi. Rientrato in Italia fui assegnato al reparto di artiglieria a difesa della costa ligure. Mi salvai miracolosamente da un bombardamento di fortezze volanti americane che distrusse gran parte dei cannoni della mia batteria e fece un gran numero di morti. La lotta impari contro la strapotenza degli alleati rese vani i nostri sacrifici e ci portò alla disfatta: una onorevole resa che mi costò sei mesi di campo di concentramento a Coltano. Molti di noi si sacrificarono in una lotta che divise l’Italia in "Buoni e Cattivi", combattenti in fronti opposti. Chi erano i "buoni"? Chi erano i "cattivi"? Credo che entrambi avevamo degli ideali a prescindere dalla ideologie. Il 7 ottobre 1945 fui liberato dal campo di concentramento e potei ritornare a casa. Ripresi gli studi interrotti: avevo perso due anni. La mia è stata una scelta giusta o sbagliata?... Non mi pento, perché in coscienza credo di aver fatto il mio dovere da vero italiano. Non ho rimpianti: ho agito per Amor di Patria.

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