domenica 21 giugno 2009

Battaglione Bersaglieri Volontari "MUSSOLINI"


Il reparto noto come I° battaglione bersaglieri volontari "Benito Mussolini" si formò a Verona, per iniziativa di Vittorio Facchini, nella seconda decade del settembre 1943, prima ancora cioè della nascita della Repubblica Sociale Italiana. Inizialmente raccolse uomini, ufficiali, sottufficiali e soldati, di disparatissime provenienze, armi e specialità. Nucleo di un certo rilievo tecnico e numerico furono gli uomini del Centro Costituzione battaglioni cacciatori di carro in Verona (colonnello Mario Carloni). Si trattava prevalentemente di sottufficiali e bersaglieri rimpatriati dall'Africa settentrionale prima della battaglia di El Alamein per avvicendamento, quindi soldati esperti e sperimentati. Altro rilevante contributo fu quello di ufficiali, sottufficiali e militari del "Centro tradotte Est" sempre di Verona. Per il resto si trattava di personale raccogliticcio che si era trattenuto nelle caserme dopo lo sfacelo, e prigionieri già in avviamento nei campi di concentramento e che aderirono all'appello del Facchini. Il reparto assunse il nome di Benito Mussolini, anche se, in qualche documento, è definito inizialmente come battaglione volontario delle Waffen SS.Bersagliere Repubblicano

E' possibile che questa dizione decadesse all'atto della costituzione della Repubblica Sociale Italiana. Poichè Verona era sede dell'8° bersaglieri, reggimento scioltosi in Tunisia ed il battaglione si era accasermato nel quartiere tradizionalmente sede dello stesso, il I° battaglione volontari fu considerato I° battaglione di quel reggimento. Nel proseguo di tempo, quando col trasferimento del I° battaglione alla frontiera giulia, a Verona vennero formati il II° battaglione "Goffredo Mameli" ed il III° "Enrico Toti" il raggruppamento assunse il nome di reggimento bersaglieri volontari "Luciano Manara". Ad evitare equivoci è bene verbalizzare che le omonimie nelle forze armate della R.S.I. abbondavano, tanto che a Milano, nel quadro della ricostituzione del 3° reggimento bersaglieri volontari, il XVIII battaglione, quando divenne autonomo, assumendo la numerazione di IV battaglione Difesa Costiera, completò la denominazione con "Luciano Manara", mentre a Genova era dislocato un battaglione bersaglieri "Goffredo Mameli", da non confondersi con quello costituitosi a Verona. Il "Mussolini" è coinvolto in una serie di cambiamenti di nome ed è quindi citato anche come battaglione "Bruno Mussolini" e battaglione "Stefano Rizzardi". Quando nell'ambito del riordinamento generale dell'Esercito della R.S.I., gran parte dei reparti autonomi assunsero la denominazione di battaglioni da fortezza o difesa costiera, il battaglione bersaglieri volontari "Benito Mussolini" divenne ufficialmente XV battaglione "difesa costiera". Il battaglione venne inviato in zona operazioni, cioè nella media Valle Isonzo e Valle Baccia, in due scaglioni il 10 e 14 ottobre 1943.


Articolato dapprima in quattro compagnie di linea ed una compagnia comando, poi in cinque compagnie ed un reparto servizi, tenne la linea ferroviaria Gorizia-Piedicolle dal Km.82 al Km.109, con una serie di distaccamenti dislocati in zona controllata dal nemico. Presidiò inoltre permanentemente Santa Lucia d'Isonzo e, per cinque mesi, Tolmino. Il contingente raccogliticcio iniziale venne gradualmente sostituito da soldati volontari e da reclute delle classi 1924 e 1925 che raggiunsero, quest'ultime, il reparto, nell'aprile del 1944.Dopo alcune incertezze, il battaglione adempi egregiamente ai suoi compiti resistendo alle operazioni nemiche di annientamento effettuate alla fine di giugno del 1944 ed a settembre dello stesso anno, oltre allo stillicidio di 19 mesi di continue azioni di guerriglia, imboscate, attacchi repentini, attentati. La bontà delle prestazioni vanno collegate con lo spirito e l'aggressività che caratterizzavano i suoi componenti, ma anche con il livello dell'armamento. I gruppi da combattimento di compagnia erano molto efficienti per la loro mobilità, la capacità manovriera, l'addestramento, tanto da infliggere costantemente forti perdite al nemico rappresentato dal IX Korpus sloveno. Tale unità schierava non meno di 7-8000 uomini divisi in due divisioni, con 8 brigate e due batterie d'artiglieria, parecchi distaccamenti autonomi, tutti i servizi divisionali. Inoltre i bersaglieri ebbero parte nell'annientamento delle tre brigate componenti la divisione Garibaldi-Natisone quando, nel 1945, la stessa passò alle dipendenze dello Stato Maggiore sloveno. In fase difensiva, la lunghezza della linea e l'esiguità dei presidi poterono reggere perchè il battaglione "Mussolini" disponeva praticamente di cinque compagnie fucilieri che però avevano nei distaccamenti, a loro disposizione, l'armamento suppletivo di tre compagnie mitraglieri (27 armi da 8n-i/m), due compagnie mortai (18 pezzi da 81 mm), una batteria da 2O mm (6 mitragliere Breda) ed una batteria da 25mm (6 pezzi Hotchkiss anti-carro). La forza transitata nel reparto viene valutata sui 2000 uomini, dei quali 90 ufficiali. Questo dato deriva da una testimonianza relativa al libro matricola nell'aprile 1945 ed anche da riscontri su documenti ufficiali. In data 10/2/44 un rapporto del maggiore Faccini, ufficiale di collegamento presso il comando tedesco a Trieste per tutte le forze della R.S.I., denuncia una forza complessiva di 749 uomini (33 ufficiali, 94 sottufficiali, 622 bersaglieri). L'organico, in data 1/8/44, secondo la relazione dello Stato Maggiore Esercito, reca 1299 uomini (39 ufficiali, 98 sottufficiali, 1062 bersaglieri), il che consente di ritenere che il massimo della forza presente fosse stata raggiunta alla fine di giugno, con 1350 uomini. Questa forza corrisponde a quella di tre battaglioni bersaglieri "ciclisti" nel Regio Esercito.


Il 25/3/45 il generale di c.a. Archimede Mischi, ispezionando le forze presenti in Venezia Giulia, verbalizza una forza di 625 uomini fra i quali 105 allievi ufficiali e si può quindi ritenere una ripartizione in 30 ufficiali, 140 sottufficiali, 455 bersaglieri. All'atto della cessazione del conflitto, il 29 aprile 1945, si valuta che consegnarono le armi 560-600 uomini. Poiché non si dispone del libro matricola, dato che la documentazione dei reparti della R.S.I., in linea di massima, è andata perduta, si è costretti a ripiegare su di una analisi per campione. Questo campione è fornito dall'elenco dei Caduti del reparto. Si valuta che il battaglione, dal momento in cui giunse in zona d'operazioni il 10 ottobre 1943 alla data del rientro degli ultimi militari dalla prigionia in Iugoslavia, 26 giugno 1947, abbia avuto fra i 350 e i 400 Caduti, dei quali 324 identificati con un lunghissimo paziente lavoro di ricerca e controllo da parte del "gruppo reduci". Si è ritenuto che questo elenco, nel quale per ogni nome è stato annotato il massimo che si è potuto raccogliere di notizie, possa essere considerato sufficientemente attendibile per una estrapolazione a tutto il reparto. L'elenco è depositato presso l'archivio dello "Istituto Storico della R.S.I." della Cicogna e gli elementi di identificazione sono i seguenti: Nome, Cognome, grado, classe di leva, distretto, categoria di arruolamento (volontari, coscritti, trattenuti alle armi o aderenti dalla prigionia), compagnia di appartenenza, condizione da civile (prestatore d'opera, studente, militare di carriera), data di morte, località, modalità di morte (caduto, ucciso, deceduto), documentazione sulla morte (Elenchi ministeriali R.S.I., Commissariato esumazione salme, cimitero, testimonianza di commilitoni, accertamento presso i familiari, verbali della C.R.I.). Altre notizie di particolare interesse, quando sussistono, sono allegate in calce. 350 Caduti rappresentano il 17% della forza transitata. Per quanto riguarda gli ufficiali, 90 , i Caduti sono 22, pari al 25% della forza transitata. La forza transitata è piuttosto elevata anche se confrontata con la forza massima ed i motivi sono molteplici. Indichiamo fra le cause di perdita di forza le seguenti voci: caduti e dispersi perdurando il conflitto, circa 170, feriti e dimessi per motivi di salute, 350, trasferiti 150, catturati nel mese di ottobre 1943 e che si ritengono rientrati in famiglia 100, disertori verso il nemico 50, assenti per vari motivi alla fine del conflitto, 50. I 500 che mancano a completare il conteggio sono catalogati sotto la dizione "assenti arbitrari", l'80% dei quali transitati ad altri reparti della R.S.I. I maggiori beneficiari di questo travaso, che in effetti era tollerato, furono il II battaglione dello stesso reggimento, "Mameli" che operava sul fronte Sud, la Xa Flottiglia MAS, le Brigate Nere territoriali.


Il 45% dei caduti perirono prima del termine del conflitto, ma di questi, solo il 37% poterono avere una sepoltura formale, mentre per l'aliquota restante, come sempre avviene nella guerriglia, l'esatta dizione dovrebbe essere "dispersi" e quindi il luogo dell'inumazione è ignoto. Il 55% cadde posteriormente al 30 aprile 1945 quando i superstiti deposero le armi, per complessivi 175-180 soldati, 88 dei quali fucilati nei dieci giorni successivi alla cattura, 19 uccisi durante tentativi di fuga od in prigionia mentre di 65 è accertato il decesso per malattia durante la cattività. La estrapolazione da elenco Caduti consente di affermare che il 67% del reparto era formato da volontari, l'11% da bersaglieri levati con i bandi "Graziani", mentre il 2% era formato da elementi già alle armi l'8 settembre 1943. Abbiamo detto che caddero complessivamente 22 ufficiali. Dei 32 che formavano i quadri del battaglione il 30 aprile, 16 vennero uccisi, pari al 50%, dei quali 13 a Tolmino, 2 durante un tentativo di fuga, 1 al rientro dalla prigionia. Nessun ufficiale venne ucciso o morì per malattia durante la prigionia in Iugoslavia. Per quanto riguarda l'ambiente di provenienza dei militari, il 59% erano lavoratori (contadini, operai, impiegati), il 36% studenti, il 5% militari di carriera. Se si considera separatamente il gruppo degli ufficiali, fra di loro i militari di carriera raggiungevano il 10%. Nell'analizzare i volontari che come detto coprivano il 67% della forza, si constata come il 13% degli stessi fossero studenti universitari, il 32% studenti delle scuole medie, il 53% lavoratori, il 2% militari di carriera. In primissima approssimazione, accettato il fatto che i volontari che militarono nel reparto furono 1340, di questi 174 erano studenti universitari, 428 studenti delle medie, 26 militari di carriera e 712 lavoratori.


Bersaglieri del "Mussolini"


Per quanto riguarda la provenienza geografica degli uomini, il 29% degli stessi erano veneti, il 18% emiliani, il 13% giuliani, l'l 1 % lombardi, il 5 % piemontesi, mentre il 24% rimanente era ripartito fra tutte le altre regioni. Da quanto sopra si può dedurre che i giuliani presenti, prevalentemente triestini, furono circa 260. L'ultima nota riguarda l'età dei componenti il battaglione. Solo il 2% aveva superato i 40 anni ed il 7% era compreso nella fascia fra i 30 ed i 40, il 21% era fra i 23 ed i 30 anni. I bersaglieri di 21 anni erano il 12 %, quelli di 20 il 19%, quelli di 19 il 19%, quelli di 18 il 9%, per finire con il 4% di 17 anni.

mercoledì 3 giugno 2009

FORZA NUOVA, INSIEME PER L'EUROPA

FORZA NUOVA, INSIEME PER L'EUROPA

Forza Nuova si é candidata su tutto il territorio nazionale con il proprio simbolo, i propri uomini e le proprie donne. A causa di un'assurda e pretestuosa interpretazione della legge, il Tribunale di Palermo ha escluso Forza Nuova dalle elezioni nella circoscrizione delle Isole. Questa oscura decisione che contrasta esplicitamente con l´interpretazione data dal Ministero e dagli altri 4 Tribunali delle relative circoscrizioni è oggetto di ricorso al TAR del Lazio.Forza Nuova apre quindi ufficialmente la campagna elettorale per le elezioni europee e per le amministrative del 6-7 giugno. Da questa settimana parte in tutta Italia la grande mobilitazione nazionale che toccherà i temi forti e storici del movimento sull'Europa, senza dare minor valore alle istanze locali.
Sottoponiamo alla vostra attenzione alcune tra le più rilevanti battaglie politiche che stiamo portando avanti e per la quale ci siamo battuti al Parlamento Europeo.
1) Forza Nuova è contro l'ingresso della Turchia in Europa perché a) crea un enorme enclave mussulmana che potenzialmente si estenderebbe sino alle repubbliche asiatiche turcofone che vantano un diritto inalienabile ad essere turche e quindi, nel caso di una sciaugurata entrata della Turchia in Europa, europee.
b) tradizionalmente la Turchia è stata sempre alleata dei nemici d'Europa ed oggi vanta una stretta amicizia con USA e Israele.Gli Usa spingono per l'ingresso della Turchia nell'Unione, interessati ad avere un alleato-complice in qualità di fattore destabilizzante per il rafforzamento politico del vecchio continente.
c)L'arrivo della Turchia rappresenterebbe la fine dell'Europa per come l'abbiamo conosciuta negli ultimi 3mila anni. Dal punto di vista del mercato del lavoro e delle strutture sociali, in questo particolare momento di crisi (attualmente, 76 milioni di cittadini UE vivono al di sotto della soglia di povertà, definita come il 60% del reddito medio del paese, e 36 milioni di persone sono a rischio di povertà) la Turchia danneggerebbe lo stato già molto precario della nostra economia e delle nostre garanzie sociali.
Solo Forza Nuova dice NO ALLA TURCHIA IN EUROPA: Pdl e Pd sono favorevoli.
2) Forza Nuova vuole il recupero di un' Europa Cristiana nella sua visione del mondo e nella sua concezione della vita e del destino degli uomini. Romana per la concezione giuridica e nella sua visione delle relazioni fra i popoli, Greca nella formazione del pensiero e nella ricerca della verità. Pertanto rigetta la visione agnostica laicista o massonica, che il nostro continente ha sempre ripudiato e che la lobby oligarchica composta dai vertici dell'Ue promuove quotidianamente.
3) L’attuale maggioranza politica nell’Unione Europea sostiene una globalizzazione economica di stampo neoliberista, la quale ha prodotto un forte incremento delle diseguaglianze sociali e della povertà, con parallela retromarcia delle forme di assistenza sociale per i cittadini indigenti.
Forza Nuova ritiene che in questo momento di grande crisi socio economica si debba dare una risposta forte e radicale partendo da:
a) emissione del denaro non più dalle banche e a debito ma da parte degli Stati europei e a credito. L´emissione del denaro è una delle più importanti espressioni di Sovranità, dobbiamo riapproppiarcene.
b) Innalzamento delle dogane per tutti quei beni che vengono già prodotti in Europa. Protezione dell´agricoltura e delle piccole imprese.
c) rilancio dell´agricoltura in un vera e propria reimpostazione dell'economia europea che vada in direzione della totale autosufficienza alimentare del popolo italiano e dei popoli europei.
d) A partire dalla stipula del trattato di Maastricht, le condizioni lavorative dei popoli europei sono peggiorate: precarietà, salari bassi, orari di lavoro insostenibili, disoccupazione. Il dumping sociale e la precarietà vanno combattuti. Vanno rilanciate l'occupazione e la vera economia. in special modo quella legata alle prime necessità della vita (agricoltura, edilizia e manifatturiero):mentre va eliminata una volta per tutte l´idea di una economia finanziaria astratta e usuraia, che sostituisce il duro lavoro e la sana creatività. Va creata in Europa una soglia di sussitenza, in linea con quei principi sociali che hanno reso giusta e forte la nostra Civiltà.Una soglia che permetta a tutte le famiglie di non vivere nell´indigenza, a tutti i malati di potersi curare e a tutti i bambini di poter usufruire di una buona educazione scolastica.
Forza Nuova ritiene, assieme ai suoi storici alleati Europei, di essere l´unica forza con i suoi uomini e le sue idee capace di inidirizzare l´Europa verso un destino di Forza , di Grandezza e di Liberta´.
On Roberto Fiore

L’ON FIORE AL PARLAMENTO EUROPEO

L’ON FIORE AL PARLAMENTO EUROPEO

L’On. Roberto Fiore ha concluso il suo corrente mandato di parlamentare europeo, con tre interventi,durante l’ultima sessione dell’assemblea di Strasburgo che sintetizzano le posizioni di Forza Nuova in vista delle imminenti elezioni europee.Per quel che riguarda il Trattato di Lisbona, Fiore ne ha evidenziato le radici oligarchie, la conformista ideologia della “correttezza politica” che anima le sue pagine di astruso e burocratico linguaggio, l’impostazione centralistica e giacobina, figlia dei controvalori relativistici e massonici e il suo totale distacco da ogni principio di ordine superiore, etico o spirituale. Gli europei vedono in questo trattato la frustrazione dell’ansia di libertà dei corpi sociali intermedi, la negazione di ogni valore di organica sussidiarietà e la mancanza assoluta di riferimenti alle radici cristiane e romane del nostro continenete.
Successivamente, è intervenuto sulla proposta di ammissione all’U.E. della Turchia mettendo in luce la contraddizione di chi dice voler difendere l’ identità nazionale e poi si adopera affinché 90 milioni di turchi abbiano libero accesso sulle nostre terre. In nessuna considerazione vengono tenuti il dramma per i nostri lavoratori per questo nuovo influsso di lavoro a basso costo e per i nostri agricoltori per l’invasione di prodotti turchi a basso costo sui nostri mercati.Fiore ha poi partecipato all’ ultima riunione della Commissione sui rapporti con la Bielorussia, sollevando il problema di migliaia di italiani che intendono proseguire il programma di adozione di bambini bielorussi e opponendosi, anche, con successo, al tentativo di inserire la Bielorussia in nuovo “asse del male”.Fiore ha infatti affermato: “Come si può sostenere l’ entrata della Turchia in Europa quando da questo Paese ci vengono notizie di 15mila minori in carcere, o 400 attivisti arrestati la settimana scorsa e di tanto in tanto la notizia di qualche sacerdote o missionario arrestato. Nel caso della Bielorussia, invece, abbiamo davanti la figura di un Presidente ricevuto con tutti gli onori dal Santo Padre e, nella cui nazione, si ha notizia di solo due prigionieri politici”.In questi interventi. Fiore ha delineato quelli che per FORZA NUOVA sono i veri confini dell’ Europa e i principi generali che la dovrebbero informare secondo la dottrina forzanovista.